giovedì 4 dicembre 2008

Savoca, capitale (storica) medievale.











SAVOCA, cenni storici: Su un colle bivertive, a 300 m. sul livello del mare, sorge il paese di Savoca. Fondata da Ruggero II, che unì gli antichi villaggi saraceni, nell'anno 1139; prima di quella data data, i luoghi erano abitati dai "Pentefur", una comunità d'incerta origine che si stanziò nel quartiere che ancora oggi conserva tale nome.
Le sue vaste terre e i tanti casali, furono concessi all'Archimandrita del Monastero del SS. Salvatore di Messina, che proprio nel paese collinare disponeva della sua residenza estiva.
Nel periodi medievale, Savoca era un'importante città con castello, ampia cinta muraria, uffici amministrativi e giudiziari e due porte di delimitazione delle quali una, quella d'ingresso, ancora è esistente. Fuori delle mura, si sviluppò nel tardo quattrocento "il Borgo", contraddistinto dalla presenza di una edilizia privata di notevole rilievo architettonico, in parte ancora conservata. Il territorio soggetto alla terra di Savoca, vasto e fertile, rinomato per la produzione del vino e della seta, comprendeva i casali di Antillo, Misserio, Casalvecchio, Pagliara, Locadi, Palme, nonchè la "marina di Savoca" (odierno territorio di S. Teresa di Riva, di Furci e di parte di Roccalumera). Fiorente è stata la comunità ebraica. A partire dal XVI secolo fu uno dei paesi più popolati del distretto di Messina. Nei secoli XIII e XIV furono costrite molte chiese ed edifici religiosi, oltre alla presenza continua dei Padri Cappuccini e dei minori conventuali di San Francesco con i relativi conventi. Nel periodo borbonico, Savoca fu sede del Regio Giudicato Circondariale.
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IL FILM "IL PADRINO": Fra i tanti motivi che richiamano (soprattutto in estate), fiumane di turisti da ogni parte del mondo, vi sono alcune scene del film "Il Padrino" (parte I), girato per le vie di Savoca, facendo sosta nel bar (in quell'occasione chiamato "bar Vitelli" e tale rimasto a tutt'oggi), e alla chiesa di Santa Lucia. Allora si girarono le scene del matrimonio di Michele Corleone (Al Pacino), con la giovanissima Apollonia. In realtà, nel film, viene mensionato il paese di Corleone, (quale paese natale del boss Vito Corleone), ma il paese palermitano allora, non concesse che si girassero scene di un film sulla mafia... senza pagare il pizzo. Quindi si optò per Savoca.
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LE CATACOMBE: Leggendo il libro "Le "Catacombe" del Convento dei Cappuccini di Savoca Storia e Personaggi", scritto da Santo Lombardo, (funzionario del Comune di Savoca, nonchè addetto all'archivio storico), sono venuto a conoscenza su importanti approfondimenti riguardanti un argomento savocese, poco conosciuto (o conosciuto marginalmente) dai più, le "Catacombe". Io stesso ho visitato la "Necropoli sotterranea" che conserva al suo interno i corpi mummificati di importanti personaggi della chiesa e della cultura (appartenenti ad importanti casati) del nostro territorio. Ciò che resta delle mummie, è posizionato in parte (in posizione eretta), in delle nicchie, ed in parte in delle casse aventi un lato vetrato.
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MIMMIFICAZIONE, come veniva eseguita: Dalle ricerche di Lombardo, attraverso la lettura di testamenti delle persone che si trovano sepolte nel convento del Cappuccini o nella necropoli sottostante, è emerso che, ad es. "il corpo di fr. Placido di Savoca fu salassato. Scrive il grande storico G. Trischitta che: "...Si soleva , secondo l'uso egizio, fino al 1876, mummificare i cadaveri e i sotterranei dei Convento e della chiesa Matrice, illuminati da finestrali e da occhi, furono a bella posta costruiti per assicurare la conservazione dei cadaveri." Per p. Basilio da Naso, il processo di essiccamento avveniva per un esporto degli umori tramite fungaie D'Iypha e durava 60 giorni. Era , dunque, decisivo, nel processo di mummificazione savocese il gioco delle correnti d'aria e l'areazione dei locali che, in simbiosi, consentivano il "disseccamento" del cadavere; è lecito, qunque, parlare di procedimento finalizzato alla "mummificazione dei cadaveri per disseccamento naturale". Quì, una chiarificazione avviene a rigurdo della errata scrittura (fatta in passato da qualcuno), secondo la quale i cadaveri venivano chirurgicamente privati degli organi interiori: niente di più falso, risultando il contrario dai documenti e dall'analisi anatomica dei corpi superstiti. Si dice che la mummificazione dei cadaveri avveniva nei sotterranei della chiesa Matrice e che poi questi venivano trasportati nel convento. Ciò non risulta dai documenti esaminati da Lombardo.

MUMMIE, POSTE IN DELLE NICCHIE: Nel convento dei Cappuccini, furono sepolti molti religiosi ed una parte della nobiltà del ceto elevato, spiritualmente legati a quest'ordine. Sepolturepreferite dal ceto sociale elevato erano, però, quelle poste nel convento dei Domenicani (dotato di 5 sepolture e, pare, di nicchie sotterranee), crollate, insieme alla chiesa di S. Lucia, (che non è quella che vedete nella foto), in una frana del 1880.
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GUARDA il video: La Valle d'Agrò e l'Abbazia dei SS. Pietro e Paolo

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