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sabato 31 ottobre 2009

Ristrutturazione Edilizia: Agevolazioni e IVA 10%. Bonus Arredi











AGEVOLAZIONI e IVA 10% (VEDI)
BONUS ENERGIA. DETRAZIONE AL 55% (VEDI)
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Selezionato dallo Studio del Rag. Francesco Vito (5)
Bonus arredi per ogni abitazione oggetto di ristrutturazione edilizia
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Il plafond di 10mila euro spetta per ciascuna casa interessata da lavori per i quali si beneficia del 36%
Bonus arredi, istruzioni per l'uso. Con la circolare n. 35/E del 16 luglio, l'agenzia delle Entrate illustra l'agevolazione introdotta dal decreto legge 5/2009 a favore di chi acquista mobili ed elettrodomestici per arredare immobili oggetto di ristrutturazione e consistente in una detrazione Irpef del 20% della spesa sostenuta.
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Chi può accedere alla detrazione
Il bonus riguarda i contribuenti che hanno sostenuto spese di ristrutturazioni per le quali possono beneficiare della detrazione del 36%. Gli interventi devono essere stati avviati dopo il 1° luglio 2008, così come indicato nella comunicazione preventiva di inizio lavori inviata al Centro operativo di Pescara.
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Gli interventi edilizi agevolati con il bonus ristrutturazioni che consentono l'accesso all'ulteriore bonus arredi sono esclusivamente quelli di manutenzione straordinaria, restauro e risanamento conservativo, ristrutturazione edilizia (articolo 31 della legge 457/1978, lettere b, c e d), effettuati su unità immobiliari residenziali. Pertanto, la detrazione per l'acquisto di mobili ed elettrodomestici non spetta in caso di lavori condominiali, di interventi di manutenzione ordinaria, di realizzazione di garage e posti auto pertinenziali, e di acquisto o assegnazione di immobile facente parte di un edificio ristrutturato da un'impresa di costruzione o ristrutturazione immobiliare o da una cooperativa edilizia.
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I beni che danno diritto al bonus
La detrazione spetta per le spese, sostenute dal 7 febbraio al 31 dicembre 2009, finalizzate all'arredo dell'immobile in ristrutturazione. I beni agevolabili sono i mobili, gli elettrodomestici di classe energetica non inferiore ad A+, i televisori e i computer. Il loro acquisto deve avvenire necessariamente tramite bonifico bancario o postale riportante causale del versamento, codice fiscale di chi paga e codice fiscale (o partita Iva) del beneficiario del pagamento.
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Per quanto riguarda gli elettrodomestici, la norma specifica che non vi rientrano frigoriferi, congelatori e loro combinazioni, per i quali, fino a tutto il 2010, un'altra disposizione normativa già riconosce - in caso di acquisto di un nuovo apparecchio di classe energetica non inferiore ad A+ e contestuale "rottamazione" dell'usato - la detrazione del 20%, fino a un valore massimo della stessa di 200 euro per ciascun apparecchio. I due benefici (bonus arredi e detrazione del 20%) sono comunque cumulabili.
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Consistenza del beneficio
L'agevolazione per chi arreda l'immobile ristrutturato consiste in una detrazione Irpef del 20% delle spese sostenute. La detrazione va calcolata su un importo massimo di 10mila euro e ripartita in cinque quote annuali; pertanto, la detrazione annua non potrà essere superiore a 400 euro. Il tetto di 10mila euro - sottolinea la circolare - deve essere riferito alla singola unità immobiliare. Pertanto:
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•se la spesa è sostenuta da più contribuenti, l'agevolazione è comunque calcolata su un importo massimo complessivo non superiore a 10mila euro
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•se il contribuente ha effettuato lavori che danno diritto al 36% su più appartamenti, il bonus arredi spetta per ciascuno di essi (in pratica, per ogni unità abitativa, saranno agevolabili le relative spese sostenute fino all'importo massimo di 10mila euro), sempre che ovviamente siano stati rispettati tutti gli adempimenti richiesti per la fruizione del bonus ristrutturazioni.
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Bonus anche senza i provvedimenti per il monitoraggio
La circolare precisa infine che il riconoscimento del beneficio non è subordinato ai provvedimenti che il ministero per lo Sviluppo economico è chiamato ad adottare per monitorare gli effetti economici derivanti dall'applicazione dell'agevolazione. Pertanto, anche in assenza di tali provvedimenti, il bonus spetta comunque per gli acquisti effettuati dal 7 febbraio scorso.
fiscooggi
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sabato 30 maggio 2009

Riqualificazione Energetica degli Edifici
















Nel panorama attuale, caratterizzato per i due terzi da un patrimonio edilizio che è antecedente alla Legge 373/1976 e che non subisce manutenzione straordinaria in media da almeno vent'anni, la RIQUALIFICAZIONE ENERGETICA DEGLI EDIFICI ESISTENTI è un impegno necessario ed indispensabile per ridurre i costi di gestione e gli sprechi energetici e monetari.
Gli edifici esistenti, hanno infatti consumi energetici di molto superiori ai 100 kWh/mq anno e, pertanto, non rispettano i requisiti energetici prestazionali obbligatori minimi previsti dal D.Lgs. 192/2005 (e successive modificheed integrazioni) e delle prescrizioni emanate da numerosi enti locali (Regioni, Province e Comuni).
Le scelte progettuali ed energetiche che permettono la riduzione della trasmittanza termica dell'involucro di un edificio esistente (la trasmittanza termica è il fnomeno per il quale il calore interno di un edificio si disperde verso l'esterno, attraverso gli infissi e le mura stesse, e stesso fenomeno vale per il calore estivo che penetra all'interno), devono comunque essere necessariamente considerate alla luce della sostenibilità ambientale, delle migliori tecniche costruttive, dei materiali più innovativi e delle tecnologie impiantistiche più evolute.
Altrettanto importante in un progetto di riqualificazione è il DPCM 5/12/97 (requisiti acustici passivi degli edifici) e nuovi decreti antincendio che impongono al professionista pesanti responsabilità.
In questa prospettiva, diventa indispensabile una progettazione integrata del sistema edificio-impianto che consideri unitamente gli elementi architettonici, strutturali, impiantistici, al fine di garantire prestazioni energetiche e che non prescinda dal fatto che l'efficienza energetica diventa un requisito necessario per valutare la qualità di un immobile.

Per riqualificazione energetica dell’edificio si intendono tutte le operazioni, tecnologiche e gestionali, atte al conferimento di una nuova (prima inesistente) o superiore (prima inadeguata) qualità prestazionale alle costruzioni esistenti dal punto di vista dell’efficienza energetica, volte cioè alla razionalizzazione dei flussi energetici che intercorrono tra sistema edificio (involucro + impianti) ed ambiente esterno.
In generale, gli interventi di riqualificazione energetica del patrimonio edilizio esistente sono finalizzati a:

  1. migliorare il comfort degli ambienti interni;
  2. contenere i consumi di energia;
  3. ridurre le emissioni di inquinati e il relativo impatto sull’ambiente;
  4. utilizzare in modo razionale le risorse, attraverso lo sfruttamento di fonti energetiche rinnovabili in sostituzione dei combustibili fossili;
  5. ottimizzare la gestione dei servizi energetici;
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    In arrivo il Piano Straordinario per l'Efficienza Edilizia (VEDI)
    Detrazione 55%: pronto il modello di comunicazione (VEDI)

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Quindi, vi invito ad adeguare i vostri edifici ad una ottimale efficienza energetica.

giovedì 5 marzo 2009

SPOSIAMOCI, foto in Filanda (a Roccalumera)



















(28 Febbraio 2009) Prima giornata in cui la Filanda di Roccalumera, torna ad essere fruita dopo lunghi decenni di abbandono. Del suo restauro ve ne ho già ampiamente parlato (LEGGI), cos' come vi ho anticipato i primi due eventi che si sarebbero succeduti il 9 Gennaio scorso (LEGGI). Naturalmente non potevo perdermi la prima di questo ritrovato Monumento storico del mio paese. Vi ho informati anche della opposizione mostrata in consiglio comunale da parte del gruppo di minoranza (LEGGI), ma, infondo, per il bene della collettività, vale sempre la pena di combattere aspre battaglie. Della serata in Filanda, per voi, ho scattato delle foto che potete tranquillamente scaricare.













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sabato 17 gennaio 2009

Per informarVi mi finanzio, finanziatevi anche voi!



Finanziamenti

Il sistema più in uso in Italia è il finanziamento. Grazie ad uno di essi, possiamo ancora comprare beni dal costo relativamente contenuto, come beni (mobili ed immobili) dal costo elevato. Possiamo finanziarci la ristrutturazione della nosta casa, possiamo rinnovare il look del nostro soggiorno, facendovi rivestire una parete in pietra antica, possiamo installare un impianto fotovoltaico sul nostro tetto o sul nostro terrazzo, possiamo realizzare opere che altrimenti mai avremmo potuto nemmeno sognare. SMIFIN, attraverso il Manager Francesco Smiroldo, si pone tutti questi (e molti altri) obiettivi per voi, mettendosi a vostra completa disposizione. Per consulenze e preventivi, (che sono gratuiti), rivolgetevi a lui.
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venerdì 9 gennaio 2009

Roccalumera, l’ex Filanda Papandrea ritorna Viva!













Uno dei monumenti roccalumeresi sui quali si è intervenuto con lo scopo di richiamare il turismo, è la ex Filanda Papandrea, un edificio, nel quale fu effettuato un sopralluogo da parte Comune, già nel lontano 1993. Tale sopralluogo, ne accertò “l’interesse etno-antropologico”. Cinque anni fa iniziarono i lavori per il suo restauro e ristrutturazione che, finalmente hanno avuto termine poco più di un mese fa.

Prima di entrare nel merito delle finalità e prospettive dell’Opera, e prima ancora di riferirvi il commento rilasciatomi dallo stesso Sindaco Gianni Miasi, mi sembra doveroso accennarvi di alcuni ELEMENTI STORICI ad essa relativi. La Filanda Papandrea, costruita da Giuseppe Papandrea nei primi anni del secolo, è rimasta attiva fino al 1945/46. La struttura, già originariamente, si componeva di un edificio a due piani di forma rettangolare ed i suoi prospetti, apparivano caratterizzati da una serie di ampie finestre ad arco, che si aprivano sul piccolo ballatoio in ferro, che correva lungo tutta la costruzione. Nella parte retrostante l’edificio, si elevava una ciminiera in mattoni a faccia vista. Demolita durante la guerra per non diventare facile bersaglio dei bombardamenti nemici, la filanda, è stata ricostruita subito dopo. All’epoca, due erano le filande a vapore di Roccalumera, di queste, “la Papandrea” era a 32 bacinelle. Le fasi del ciclo produttivo della seta erano: la macerazione, (nella quale i bozzoli venivano immersi in bacinelle contenenti acqua saponata alla temperatura costante di 60°); la scopinatura, (con una spazzola morbida si battevano i bozzoli per estrarne i capifili); la trattura, (consisteva nel riunire insieme e saldare un certo numero di bave); la binatura e torcitura, (lavorazioni al filatoio); alle quali seguivano la sbiancatura e la tintura della seta.


Prima dei restauri di oggi, l’edificio, pur apparendo complessivamente in discrete condizioni, era in realtà, stato profondamente lesionato in più zone -nelle sue strutture portanti- a causa di una frana che ne aveva ormai reso precaria la stabilità. All’epoca, il suo piano terra era adibito a magazzino, mentre al piano soprastante (di circa quattrocento mq.), veniva trattata la seta. In occasione del primo sopralluogo del Comune, sono state rinvenute in loco delle testimonianze documentali. Esse, erano rappresentate da opuscoli scientifici, materiale cartaceo vario e libri mastri: ove venivano registrati i movimenti "in entrata" dei bozzoli, (provenienti da altre zone della provincia, dove l’allevamento del baco era praticato su larga scala), e "in uscita", della seta grezza, destinata ai mercati esteri per essere lavorata e tessuta. In una sezione del locale, erano ancora visibili le impalcature lignee a torretta (dette Pannalore), che sostenevano gli incannicciati ove veniva posto il bozzolo. Purtroppo, nessun macchinario o parti di esso, (destinati alla “trattura”), è stato ritrovato, quale testimonianza del ciclo produttivo.
In molti si chiedono da tempo: quando avverrà l’inaugurazione della nuova Filanda? Oppure, quale sarà la finalità ultima di questo grande fabbricato? Lo scorso sette gennaio, ho girato (telefonicamente), queste domande al primo cittadino Avvocato Gianni Miasi, il quale perentoriamente ma sinteticamente mi ha risposto: “Prima di tutto, aspettiamo che venga data, da parte della Commissione di Vigilanza, l’idoneità statica e quindi l’Agibilità”. E io: e quanto tempo potrà ancora trascorrere perché ciò avvenga? “Circa quindici/venti giorni”. Sindaco, e quali saranno i primi utilizzi dei locali? “A Febbraio, ci sarà una mostra di abiti da sposa e poi, Nello Calabrò istituirà il Film Festival".

Quindi, per poter meglio relazionare i nostri lettori su quanto già mi aveva accennato il Sindaco Miasi, ho pensato bene di fare (qualche giorno dopo, nel mio studio), un breve intervista anche al regista Calabrò.
Nello, cosa mi puoi dire di specifico sul vostro prossimo Film Festival? “Stiamo cercando di iniziare la seconda edizione del Festival nei locali della Filanda, probabilmente lo faremo a fine Marzo. Ma prima di spiegarti ciò, gradirei raccontarti brevemente chi siamo!”
Prego!La nostra Associazione, (Jonio Olimpia) è stata istituita l’anno scorso. Siamo dieci ragazzi (fra Roccalumera, Santa Teresa e Nizza), il nostro obiettivo è promuovere manifestazioni ed organizzare eventi di carattere culturale e sportivo. Il Presidente è Roberto Scala di Nizza, dove l’associazione ha sede legale. Dove si è svolta la vostra Prima? La prima manifestazione che l’Associazione ha promosso è stato un “Festival Nazionale dei Cortometraggi” (che si è tenuto verso metà Settembre 2007), ha avuto la durata di quattro giorni, durante i quali, sono stati proiettati 33 cortometraggi (ma i concorrenti selezionati, erano stati ben 124), provenienti da tutta Italia. Una giuria popolare, (composta da appassionati scelti fra il pubblico in sala), ha votato come miglior film “Tana libera tutti”.
Ma, torniamo al prossimo evento in Filanda: “Rispetto all’anno scorso, in questa occasione abbiamo pensato di avvalerci di una giuria qualificata, di addetti ai lavori".
E, in futuro? "Si è pensato di fare diventare la manifestazione “Jonio in Corto”, un appuntamento annuale che cresce".

L’amico regista Calabrò, (che ringrazio ancora per il contributo informativo datoci), non è voluto entrare nel merito di cosa potrà essere la gestione e la programmazione della Filanda, ma certo è, che una struttura di tali proporzioni meriterebbe una accurata gestione ed un calendario (mese per mese), delle manifestazioni. Inoltre, (a mio avviso), poiché la Filanda stessa non è che un “tassello” di quel mosaico costituito dalle nuove attrazioni turistiche roccalumeresi, bisognerà necessariamente mettere “in rete” l’insieme “Arte e Turismo-Balneare, con Cultura e… Centro-Benessere, ove attirare una clientela sempre più vasta, sebbene sempre più esigente e variegata.

martedì 20 maggio 2008

Restauro strutture lignee antiche


















(Fonte: MAPEI) Nella maggior parte degli edifici antichi, sono presenti strutture lignee che hanno un'importante funzione statica, ma anche un elevato valore storico e artistico. In passato, le strutture lignee sono state spesso sostituite con altri materiali sulla base di troppo speditive valutazioni di natura tecnica od economica, anche con conseguenze gravi in certi casi. Ma è ormai accertato che il loro restauro, se correttamente progettato ed eseguito, consente di soddisfare le diverse esigenze tecniche riducendo al minimo l'alterazione dell'autenticità dell'impianto originario, senza far lievitare il costo dell'intervento. Numerosi esempi testimoniano la possibilità di intervenire in maniera rapida, efficiente ed esteticamente gradevole, conservando le strutture lignee originali dell'edificio (Tampone, 1996; Ceccotti et al, 1998). Di conseguenza, un numero crescente di proprietari e progettisti si orienta verso la conservazione delle strutture lignee.
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Uno dei problemi principali che il progettista si trova dunque ad affrontare è la valutazione dello stato di conservazione delle strutture lignee, al fine di impostare correttamente le verifiche e la progettazione dei successivi interventi. Una buona indagine diagnostica, attraverso la valutazione delle qualità del materiale e la localizzazione e quantificazione delle varie forme di degrado, permette di conoscere in maniera oggettiva lo stato di conservazione e la capacità portante residua sia dei singoli elementi che della struttura nel suo complesso. Tali informazioni sono un supporto indispensabile per il progettista e facilitano una razionale programmazione del lavoro in cantiere con notevoli vantaggi di ordine pratico ed economico, ad esempio riducendo al minimo gli imprevisti in corso d'opera.


Normalmente, una buona indagine diagnostica consente un risparmio di tempi e materiali ampiamente superiore al proprio costo, e consiste in:

1) ispezione visiva, per la descrizione particolareggiata di ciascun elemento (specie legnosa; caratteristiche geometriche; classe di qualità resistente; sezioni critiche o di minima resistenza; dissesti ecc.);

2) eventuali analisi strumentali di tipo non distruttivo, finalizzate a quantificare l'estensione e la gravità delle alterazioni dovute al degrado biologico anche nelle parti non in vista o inaccessibili, senza richiedere lo scalzamento delle testate;

3) elaborazione in forma grafica (Figura sopra) per l'esecuzione delle verifiche strutturali e la progettazione secondo le normative applicabili (DM LL.PP. del 16/01/1996; DL n° 490 del 29/10/1999).
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