lunedì 8 dicembre 2008

Foto di Savoca, Città d'Arte

SAVOCA (ME): In queste foto potete vedere, dall'alto in basso: 1) l'antica "porta della città" (a sesto acuto), di chiara costruzione Araba; 2) i resti del "Castello" (detto Saraceno), che sovrastava l'intero vasto territorio savocese, fin dai tempi remoti; 3) il variopinto ed artistico "portale principale" gotico-siculo, (a sesto acuto) della quattrocentesca chiesa di San Michele; ed infine 4) il palazzo su cui resiste (ed opera), l'ormai famoso "Bar Vitelli", ancora oggi identico a quello che ospitò alcune scene del film "Il Padrino" parte I°.

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1 (Savoca) Antica porta della Città
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2 (Savoca) I resti del Castello (detto Saraceno)
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3 (Savoca) Ingresso principale chiesa di San Michele
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GUARDA il mio video: La Valle d'Agrò e l'Abbazzia...

Guarda il mio video: Savoca, Città eterna!

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giovedì 4 dicembre 2008

Savoca, capitale (storica) medievale.











SAVOCA, cenni storici: Su un colle bivertive, a 300 m. sul livello del mare, sorge il paese di Savoca. Fondata da Ruggero II, che unì gli antichi villaggi saraceni, nell'anno 1139; prima di quella data data, i luoghi erano abitati dai "Pentefur", una comunità d'incerta origine che si stanziò nel quartiere che ancora oggi conserva tale nome.
Le sue vaste terre e i tanti casali, furono concessi all'Archimandrita del Monastero del SS. Salvatore di Messina, che proprio nel paese collinare disponeva della sua residenza estiva.
Nel periodi medievale, Savoca era un'importante città con castello, ampia cinta muraria, uffici amministrativi e giudiziari e due porte di delimitazione delle quali una, quella d'ingresso, ancora è esistente. Fuori delle mura, si sviluppò nel tardo quattrocento "il Borgo", contraddistinto dalla presenza di una edilizia privata di notevole rilievo architettonico, in parte ancora conservata. Il territorio soggetto alla terra di Savoca, vasto e fertile, rinomato per la produzione del vino e della seta, comprendeva i casali di Antillo, Misserio, Casalvecchio, Pagliara, Locadi, Palme, nonchè la "marina di Savoca" (odierno territorio di S. Teresa di Riva, di Furci e di parte di Roccalumera). Fiorente è stata la comunità ebraica. A partire dal XVI secolo fu uno dei paesi più popolati del distretto di Messina. Nei secoli XIII e XIV furono costrite molte chiese ed edifici religiosi, oltre alla presenza continua dei Padri Cappuccini e dei minori conventuali di San Francesco con i relativi conventi. Nel periodo borbonico, Savoca fu sede del Regio Giudicato Circondariale.
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IL FILM "IL PADRINO": Fra i tanti motivi che richiamano (soprattutto in estate), fiumane di turisti da ogni parte del mondo, vi sono alcune scene del film "Il Padrino" (parte I), girato per le vie di Savoca, facendo sosta nel bar (in quell'occasione chiamato "bar Vitelli" e tale rimasto a tutt'oggi), e alla chiesa di Santa Lucia. Allora si girarono le scene del matrimonio di Michele Corleone (Al Pacino), con la giovanissima Apollonia. In realtà, nel film, viene mensionato il paese di Corleone, (quale paese natale del boss Vito Corleone), ma il paese palermitano allora, non concesse che si girassero scene di un film sulla mafia... senza pagare il pizzo. Quindi si optò per Savoca.
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LE CATACOMBE: Leggendo il libro "Le "Catacombe" del Convento dei Cappuccini di Savoca Storia e Personaggi", scritto da Santo Lombardo, (funzionario del Comune di Savoca, nonchè addetto all'archivio storico), sono venuto a conoscenza su importanti approfondimenti riguardanti un argomento savocese, poco conosciuto (o conosciuto marginalmente) dai più, le "Catacombe". Io stesso ho visitato la "Necropoli sotterranea" che conserva al suo interno i corpi mummificati di importanti personaggi della chiesa e della cultura (appartenenti ad importanti casati) del nostro territorio. Ciò che resta delle mummie, è posizionato in parte (in posizione eretta), in delle nicchie, ed in parte in delle casse aventi un lato vetrato.
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MIMMIFICAZIONE, come veniva eseguita: Dalle ricerche di Lombardo, attraverso la lettura di testamenti delle persone che si trovano sepolte nel convento del Cappuccini o nella necropoli sottostante, è emerso che, ad es. "il corpo di fr. Placido di Savoca fu salassato. Scrive il grande storico G. Trischitta che: "...Si soleva , secondo l'uso egizio, fino al 1876, mummificare i cadaveri e i sotterranei dei Convento e della chiesa Matrice, illuminati da finestrali e da occhi, furono a bella posta costruiti per assicurare la conservazione dei cadaveri." Per p. Basilio da Naso, il processo di essiccamento avveniva per un esporto degli umori tramite fungaie D'Iypha e durava 60 giorni. Era , dunque, decisivo, nel processo di mummificazione savocese il gioco delle correnti d'aria e l'areazione dei locali che, in simbiosi, consentivano il "disseccamento" del cadavere; è lecito, qunque, parlare di procedimento finalizzato alla "mummificazione dei cadaveri per disseccamento naturale". Quì, una chiarificazione avviene a rigurdo della errata scrittura (fatta in passato da qualcuno), secondo la quale i cadaveri venivano chirurgicamente privati degli organi interiori: niente di più falso, risultando il contrario dai documenti e dall'analisi anatomica dei corpi superstiti. Si dice che la mummificazione dei cadaveri avveniva nei sotterranei della chiesa Matrice e che poi questi venivano trasportati nel convento. Ciò non risulta dai documenti esaminati da Lombardo.

MUMMIE, POSTE IN DELLE NICCHIE: Nel convento dei Cappuccini, furono sepolti molti religiosi ed una parte della nobiltà del ceto elevato, spiritualmente legati a quest'ordine. Sepolturepreferite dal ceto sociale elevato erano, però, quelle poste nel convento dei Domenicani (dotato di 5 sepolture e, pare, di nicchie sotterranee), crollate, insieme alla chiesa di S. Lucia, (che non è quella che vedete nella foto), in una frana del 1880.
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sabato 29 novembre 2008

A Natale, facciamo un dono ai poveri.



PICCOLE SORELLE DEI POVERI: Una delle suore che prestano la loro opera presso questa Casa per anziani, ci è stata presentata (al termine della Messa di qualche mese fa), dal parroco Don Gaetano Murolo, nella sua chiesa della Madonna del Carmelo a Roccalumera. Quello che la suora ci ha spiegato a parole, (è riassunto un un volantino), dal quale adesso sto ricopiando per voi queste parole:
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Siamo felici di dividere tra noi la veglia degli anziani moribondi per non lasciarli mai soli. Mediante la questua, Jeanne Jugan ha associato i laici alla sua opera col desiderio di aprire la via della grazia nelle anime con atto di carità disinteressata. La questua, conferma la nostra fedeltà ad accogliere gli anziani più poveri, ci obbliga a un atteggiamento d'umiltà e di povertà interiore, ci fa vivere senza illusioni lo spirito della Beatitudine. Essa, testimonia la nostra fiducia in Dio che, senza farci trascurare i mezzi urbani, ci fa contare sull'intervento della Provvidenza. Al seguito della nostra Madre Jeanne Jugan, cerchiamo di renderli felici, andando incontro ai loro bisogni di sicurezza, accompagnandoli sino al termine della loro vita.
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Infine, sinteticamente aggiungono: Per essere in conformità con le nuove leggi di sicurezza, sono stati fatti tanti lavori di ristrutturazione, altri dovranno essere eseguiti, entro quest'anno, tutto il necessario per la messa a norma della Casa, tenendo in conto la normativa Igienico Sanitaria del Comune, USL e Vigili del Fuoco.
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Tante altre "Case per anziani" messinesi, (seppure legittimamente), offrono la loro "ospitalità", solo a chi è fornito di una buona pensione. Naturalmente, io ho già fatto il mio piccolo versamento su questo Conto Corrente Postale. Buon Natale a Tutti.
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sabato 22 novembre 2008

Scopriamo l'Abbazia dei SS. Pietro e Paolo












CENNI STORICI: Detta Basiliana per le sue origini attribuite ai monaci seguaci del santo che alla morte di questo si sparsero nelle colonie della Magna Grecia, Calabria, Sicilia, per popolare e fondare monasteri. Fu proprio durante la dominazione bizantina, dal 536 e per 5 secoli fino alla conquista Araba, che la Sicilia si arricchì di molti monasteri Basiliani.
L'origine della basilica di S. Pietro e Paolo si presume quindi riconducibile a quel periodo, ciò si deduce da un documento normanno del 1116 col quale Ruggero II concesse ai basiliani il permesso di riedificare la basilica nel luogo ove sorgeva già da vecchia data, essendo stata saccheggiata e abbattuta durante l'invasione Araba.
Fu fatta quindi costruire col monastero basiliano adiacente nel 1117 grazie alle generosità del normanno Ruggero II e, su richiesta del monaco Gerasimo, fu rinnovata nel 1172 dall'architetto Gherardo il Franco, a seguito di un terremoto che all'alba di Venerdì 4 Febbraio 1169 la danneggiò gravemente. Tali restauri, però, si sovrappongono ad un organismo costruttivo già compiuto da un ignoto architetto che creò una sintesi di tutti gli elementi originari dell'arte bizantina, araba e normanna.
Il tempio fu consacrato nel 1178. Vi vennero deposte reliquie dei SS. Pietro e Paolo, di S. Biagio martire, di S. Nicolò vescovo, di S. Lucia v. e m., di S. Domenico, di S. Bartolomeo m., di S. Orsola v. e m., di S. Pancrazio m. e di S. Barbara v. em.
La Basilica (o Abbazia), per le sue caratteristiche architettoniche, è considerata il monumento più complesso della Sicilia normanna, e, di quel periodo storico, si può considerare il più interessante della Sicilia.

Caratteristiche Architettoniche: Siamo di fronte ad una costruzione che unisce in sè l'idea della torre e quella di una chiesa, estremamente verticale nel suo slancio svettante verso la merlatura, così ricca di pittoricismo bizantino e di alveolature di gusto islamico, è insieme, il punto di arrivo dell'architettura basiliana e un prodotto unico e rarissimo.

La costruzione, può ritenersi senz'altro il punto di conclusione di tutta quella corrente di cultura architettonica che già fu definita basiliana, e insieme la struttura più complessa per i problemi cronologici e stilistici che pone, e la più notevole del periodo normanno.
Il design della chiesa, relativamente ai caratteri dell'architettura coeva siciliana, è uno squisito lavoro di sintesi, un fantasioso amalgama stlistico che, ai limiti del dialetto, ma senza mai cadervi, fonde inzieme elementi disparati: verticalismo nordico e decorazione bizantina, stereometria araba e pittoricismo basiliano, in una mirabile trasposizione culturale nella quale i vari elementi di riferimento e di richiamo, assumono una nuova indipendente organica vita.

L'opera muraria esterna, è fortemente caratterizzata dalla combinazione di un effetto pittorico per l'alternanza di fasce di mattoni , arenaria, calce e pietra lavica. Il prospetto principale, riporta nell'ordine inferiore un eso-nartece chiuso nei fianchi da due torrette scalarie e rimane definito in alto da un'arcata a sesto acuto. Nelll'eso-nartece si apre il portale maggiore dal falso architrave formato da sei conci in guisa di lievissima arcarura; l'arco del portale, archivoltato, è ottenuto dai vari conci di calcare, lava e mattoni; in lunetta è inclusa in un disco una croce greca.












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Lungo l'asse della navata centrale, si elevano due cupole; la prima, su alto tamburo, è ondulata a spicchi; la seconda, nell'area del transetto, è su tamburo più basso a pianta ottagonale. Quattro dovevano essere in origine le cupolette della chiesa: due sulle torricelle del prospetto principale (oggi scomparse), una sopraelevata su un tamburo al centro della navata, sorretta da quattro colonne ed alta m. 17,22, e una sul transetto, sorretta da due pilastri e da due semipilastri terminali, ed alta m. 15,10. E' nell'impianto delle cupole che vanno ricercati elementi dell'architettura araba, soprattutto, raccordo ottenuto per mezzo di architetti con la massa chiesastica.

La chiesa, è la risultante fra la compromissione ottenuta riunendo in uno schema tipicamente centrale, che trova il proprio fulcro nella cupola della zona mediana, ed un impianto basilicale, che viene ottenuto con l'aggiunta di una zona del transetto, triabsidato, culminante anch'esso in una cupola (già sopra mensionata), di minori proporzioni. Conclude la veste basilicale l'eso-nartece serrato tra due piccole torri campanarie.
E' probabile che la prima chiesa, eretta dalle fondamenta dall'abate Gerasimo, sorgesse in ripetizione di uno schema già esistito nella stessa chiesa in periodo bizantino, uno schema puramente centrico; solo cinquant'anni dopo, per esigenze vuoi di difesa vuoi per l'accresciuta prosperità del convento adiacente, si decise di ingrandire la precedente costruzione, affidandone i lavori al protomaestro Girardo il Franco, il quale l'eso-nartece, costrì totalmente santuario ed absidi ed avvolse il tutto in quel fantasioso manto colorato che rende omogenea la costruzione, ridandole quella organicità che l'esistenza separata, entro la chiesa, dei due schemi (centrale e basilicale) non potè mai darle.

Il Convento, restò operoso sino agli ultimi mesi del 1794, quando i Monaci si trasferirono a Messina, nel convento dei PP. Domenicani di S. Girolamo in via Austria, oggi via I° Settembre n° 85, completamente distrutto nel terremoto del 1908.
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lunedì 20 ottobre 2008

Lavori in PIETRA ANTICA? Rivolgiti al Geometra BonarRIGO



NON SOLO VILLE, ma anche tu puoi!
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Anche la vostra casa può fregiarsi di angoli caldi ed accoglienti. Il sottoscritto, Geometra BonarRIGO, è quì per prestare la sua consulenza (gratuita) verso coloro che vorranno ARRICCHIRE i propri ambienti con pareti ARTISTICHE. Antico e moderno, Arte e Tecnologia. Grazie alla qualificata e seria Ditta "Lo Conti", potremo affrirTi "RIVESTIMENTI per INTERNI ed ESTERNI in PIETRA ARENARIA", in "MATTONI ANTICHIZZATI e COTTO", nonchè, "RIPRODUZIONE DI DECORI IN ANTICHE TERRE FIORENTINE E ROMANE". Per informazioni, puoi telefonare ai miei numeri: 0942 790212 o 347 8743184 o scrivermi alle E-MAIL: info@giovannibonarrigo.it o geometra_bonarrigo@virgilio.it o ancora... a questo stesso BLOG.
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A PRESTO,
Geometra Giovanni BonarRIGO.
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sabato 20 settembre 2008

Lo stradario di Roccalumera? lavoro di un geometra da quattro soldi.


(clicca sulla foto per ingrandirla)
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Io e i miei QUADRI CLICCA.
Cari Roccalumeresi, amici di destra e di sinistra, della maggioranza e dell'opposizione... sono sempre io, il BonarRIGO che scrive e si lamenta di tutto. In questa occasione, vestito da Geometra di tutto punto... Vi racconto un breve episodio di ordinario lavoro, svoltosi in più puntate, fra il 2006 ed il 2007. Forse non tutti lo sanno, ma, quelli che mi hanno visto prendere ripetutamente le misure di vie, viuzze e "vaneddi" (di Roccalumera, Sciglio ed anche Allume), certamente afferreranno per primi il senso del discorso. Ho realizzato uno STRADARIO, che vuole raffigurare l'attuale stato delle VIE COMUNALI, (alcune, dopo, sono state sistemate), non solo evidenziando le misure in metri e centimetri, ma specificando dettagliatamente lo stato di conservazione delle pavimentazioni, dell'efficienza o meno dell'illuminazione, del numero delle caditoie per la raccolta delle acque meteoriche, e di quant'altro potesse fornire INFORMAZIONI UTILI, sia all'Ufficio Tecnico Comunale di Roccalumera, verso le reali necessità dei roccalumeresi, sia verso i cittadini che ne volessero e ne vogliano prendere visione e documentarsi liberamente presso i suddetti UFFICI.
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Ho RACCOLTO le misurazioni con MEZZI familiari, avvalendomi, (per rientrare nelle spese), della manodopera di mio padre stesso, (che non è certo un geometra), lavorando fin a tarda sera, sia fuori che al computer. Alla fine, ho consegnato: le Schede Grafiche (suddivise per via), le Tavole, e i Quadri d'unione, in grossi FASCICOLI. Non per ultimi, ho allegato dei CD che racchiudevano il tutto. Al lavoro GRAFICO, (ove essere il più chiaro possibile), ho unito anche una ricca e completa DOCUMENTAZIONE FOTOGRAFICA. Preciso, che lo STRADARIO di ROCCALUMERA che esisteva fino a prima che realizzassi il mio, era costituito da schizzi a mano libera (spesso strappati e raffazzonati), risalenti a circa cento (avete letto bene), anni fa.
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Senonchè, proprio l'Ufficio Tecnico Comunale, (nella persona del Geometra Capo Nunzio Di Bella), durante questa mia "crociata", non si è mai fatto problemi di trattarmi come un intruso, come un mendicante che aspetta la questua। Spessissime volte, mi sono visto congedare velocemente e maleducatamente, e vedere il mio lavoro buttato lì come CARTA STRACCIA. In effetti, avessi anche realizzato la "Gioconda" di Leonardo da Vinci, per questo signore, (e, voglio sperare solo per lui), sarei stato sempre un rompimento di scatole. Chissà perchè, quest'uomo, che pur vive attingendo regolarmente allo stipendio, non dovendo (come tanti piccoli professionisti come me), stringere la cinghia e fare buon viso a cattivo tempo, ce l'ha tanto con me. Forse, la mia stessa presenza sminuisce la sua persona? ___________________________________________________
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lunedì 11 agosto 2008

Arte e Design, pensando alle AUTO


(clicca sulla foto per ingrandirla)
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Io e i miei QUADRI CLICCA
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L'Alfa Romeo ha realizzato (con la MiTo), una vettura -del segmento "B"- per i giovani. Una Anti MINI. Mai, nella sua storia, ALFA aveva realizzato una vettura di segmento così popolare, fra una citycar e una sportiva. Eppure, con la "MiTo", la casa del biscione, costruisce una vettura ambiziosa e sopratutto furba. MiTo, si ispira alle linee della sorella maggiore "8C", pur partendo essenzialmente dal pianale della Punto. Il DESIGN di questa vettura, con i grandi occhioni incorniciati, ispirano giocosità, mentre la linea è decisamente Alfa Romeo. Motori brillanti. Se prendiamo ad esempio la motorizzazione di 1,4 litri (1.368 cm³), spinta dal 4 cilindri turbo, sotto il cofano (per i nostri briosissimi giovani), scalpitano ben 155 CV, e altre ancora più potenti ne arriveranno. A proposito, facciamo molta attenzione, sopratutto nei sabato sera.
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Il gadget tecnologico (Alfa D.N.A.), che certo i giovani non trascureranno di usare, è la levetta (posta vicino ala leva del cambio), che permette di variare diverse mappature di motore in funzione delle richieste del pilota e del tipo di emozioni che questi vorrà provare. Di ispirazione "Ferrari 599", la LEVETTA della MiTo, in D (Dinamic), attiva la funzione overboost, che porta il valore di coppia massima fino a 230 Nm a 3000 giri. Ma non è tutto, (in Dinamic), diminuisce l'effetto della della servoassistenza dello sterzo, per dare maggiore sensibilità a chi guida. Nella modalità sportiva, poi, viene anche attivato il Q2, che simula le caratteristiche del differenziale differenziale autobloccante, e il Dst (Drive steering toque), che nelle situazioni di emergenza, non si limita a correggere la traettoria, ma in pratica "suggerisce" al guidatore, attraverso lo sterzo, le corrette traiettorie da impostare.
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L'esperimento MiTo, se avrà (come auspicabile) successo, (in Italia, in Europa e... in America), sarà certamente declinato in varianti di carrozzeria. Una mini Coupè? (da me ipotizzato nello schizzo sulla foto in alto).
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mercoledì 16 luglio 2008

Roccalumera, vendesi locale commerciale sulla Nazionale

























(clicca sulle foto per ingrandirle)
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Chi fosse seriamente interssato a visionare il locale ai fini dell'acquisto, (può farlo senza impegno). Telefonare a questi numeri: 3478743184 oppure 0942790212.
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sabato 28 giugno 2008

Convegno Lions, tema: Fotovoltaico in Sicilia


















Ieri, (28-06-08) presso la sala ricevimenti del "Parco Ducale" di S. Alessio Siculo (ME), si è tenuto un convegno (organizzato dai Lions) dal titolo: "Facciamo prendere il Sole alla Sicilia". A tale evento, hanno partecipato illustri relatori, fra i quali l'Ing. Francesco Crinò e l'Ing. Carmelo Rasconà. Il tema trattato gli impianti fotovoltaici in Sicilia, dalla loro struttura e funzionamento (per esempio le dimensioni di un modulo, che possono essere di 1005 x 1665 mm) alla loro installazione ed ai vantaggi pratici forniti, fino alla spiegazione delle attuali leggi che ne incentivano l'impianto. Importante soprattutto l'impatto ambientale che tali pannelli avranno una volta installati sul fabbricato, anche in funzione della loro integrazione con l'ambiente circostante, (TOTALE: se ad esempio saranno integrati nella stessa struttura del tetto o della facciata), (PARZIALE: se saranno posizionati -con angolo ottimale di 30° - ma su di una terrazza avente un parapetto di 80 o più cm. in muratura), (NON INTEGRATI: se posti in luoghi che per vari motivi deturpino l'ambiente), viene fatto il calcolo che ne incentiva l'acquisto. Il costo medio calcolato, è di 7.000 €uro a kWatt installato, il che vuol dire che, per un impianto di 3 kW occorre investire 21.000 €uro. L'ingombro di un impianto relativo a tale potenza ottenibile è di circa 30 metri quadrati. Un impianto fotovoltaico di 3 kW è in grado di produrre 3900 kWh all'anno. In questo caso verrà applicata una tariffa incentivante di 0,44 €uro per ogni kW prodotto. A fine anno, l'utente avrà ricavato dalla vendita dell'energia prodotta 1.716 €uro ai quali andranno aggiunti 780 €uro di risparmio in bolletta per lo "scambio sul posto" In totale, quindi, il risparmio economico annuale sarà di 2.496 €uro all'anno. Considerando il costo d'investimento (21.000 €uro), ottenibile anche tramite Banca, per ammortizzare la spesa occorreranno 8,5 anni compresi gli interessi bancari. Pagato il prestito con i fondi ottenuti direttamente dal "Conto Energia", da quel momento in poi... e per altri 11,5 anni, tutta la produzione di energia si tramuterà in guadagno.

Nell'intervento conclusivo dell'Ing. Crinò, sono però emerse anche le ovvie e solite problematiche che da sempre attanagliano la nostra bella Sicilia. Crinò, mediante diagrammi esplicativi, ha messo a confronto gli investimenti (operati su tale tecnologia) da Emilia Romagna e... Sicilia. Il dato è sconfortante. Ciò nonostante la nostra isola sia avvantaggiata dalla presenza del sole e dalla altitudine media. Altre regioni di Italia anche meno floride dell'Emilia e della Trinacria stessa, infatti, ci surclassano per impegno ed investimenti già in opera. Uno dei "nodi" più ostici è la burocrazia spesso lunghissima, ma da non sottovalutare sono i costi dei prestiti bancari in Sicilia.
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Naturalmente, il sottoscritto, da tale Convegno di cui vi ha fornito l'estrema sintesi (che potete leggere sopra) di quanto ha visto e sentito, è in grado di fornire a quanti lo desiderassero, informazioni utili, siti internet, ed aziende operanti nel settore e quant'altro. _____________________________________

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sabato 31 maggio 2008

Una SCALA quale elemento di ARREDO
























(Fonte ispiratrice: RINTAL international) Avete mai pensato alla SCALA quale elemento di arredamento? Il più delle volte, consideriamo la scala con un'unico scopo: collegare due spazi, scendere e salire. Oggi, esistono tecnologie di progettazione computerizzate, pensate appositamente per ottimizzare gli spazi ed inserire all'interno di essi "LA SCALA" quale elemento personalizzato di ARREDAMENTO. IL LEGNO, da sempre con il suo "calore", arricchisce agli ambienti di quel senso di "casa" e di focolare domestico. A tale scopo, io stesso consiglio chi si trova a voler collegare due o più piani della stessa abitazione, (es. una "zona giorno" Salone con una "zona notte" Bagno-camera da letto), non solo per scendere e salire... ma per ottimizzare gli spazi in modo intelliggente e gradevole al contempo.
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ECCO ALCUNI ESEMPI:
Abitate in una casa non più nuovissima e volete ristrutturarla: (Es.) Volete collegare dall'interno gli ambienti che fino ad adesso erano accessibili solo dalla scala condominiale esterna. Nel contempo, non volete una "scala in mezzo ai piedi", ma un elemento d'arredo che inglobi anche una scaffalatura da bublioteca. Bisogna progettare il tutto su misura, scegliendo legni, (Noce, Mogano, o colorato) stili, (classico o moderno), soluzioni compatibili con gli spazi. Oppure, avete acquistato l'appartamento sopra al vostro e volete collegarlo dall'interno: (Es.) Bisogna praticare una bucatura sul solaio in funzione della progettazione intelligente della nuova "scala-arredo". Studio degli spazi fruibili e scelta degli stili adeguabili agli ambienti esistenti, nonchè l'eventuale realizzazione di un mini ripostiglio all'interno della scala stessa. Infinite sarebbero le soluzioni dettate (caso per caso), dai gusti, e dai luoghi... il tutto sta ad un bravo progettista che sappia interpretare ed ottimizzare gli spazi abitativi. Ovviamente, sono molteplici le ditte che forniscono strutture MODULARI adattabili ad ogni ambiente. Il sottoscritto, invece, vuole e può IDEARE un ELEMENTO D'ARREDO su misura per Voi. Grazie per avermi prestato la Vostra attenzione.
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martedì 20 maggio 2008

Restauro strutture lignee antiche


















(Fonte: MAPEI) Nella maggior parte degli edifici antichi, sono presenti strutture lignee che hanno un'importante funzione statica, ma anche un elevato valore storico e artistico. In passato, le strutture lignee sono state spesso sostituite con altri materiali sulla base di troppo speditive valutazioni di natura tecnica od economica, anche con conseguenze gravi in certi casi. Ma è ormai accertato che il loro restauro, se correttamente progettato ed eseguito, consente di soddisfare le diverse esigenze tecniche riducendo al minimo l'alterazione dell'autenticità dell'impianto originario, senza far lievitare il costo dell'intervento. Numerosi esempi testimoniano la possibilità di intervenire in maniera rapida, efficiente ed esteticamente gradevole, conservando le strutture lignee originali dell'edificio (Tampone, 1996; Ceccotti et al, 1998). Di conseguenza, un numero crescente di proprietari e progettisti si orienta verso la conservazione delle strutture lignee.
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Uno dei problemi principali che il progettista si trova dunque ad affrontare è la valutazione dello stato di conservazione delle strutture lignee, al fine di impostare correttamente le verifiche e la progettazione dei successivi interventi. Una buona indagine diagnostica, attraverso la valutazione delle qualità del materiale e la localizzazione e quantificazione delle varie forme di degrado, permette di conoscere in maniera oggettiva lo stato di conservazione e la capacità portante residua sia dei singoli elementi che della struttura nel suo complesso. Tali informazioni sono un supporto indispensabile per il progettista e facilitano una razionale programmazione del lavoro in cantiere con notevoli vantaggi di ordine pratico ed economico, ad esempio riducendo al minimo gli imprevisti in corso d'opera.


Normalmente, una buona indagine diagnostica consente un risparmio di tempi e materiali ampiamente superiore al proprio costo, e consiste in:

1) ispezione visiva, per la descrizione particolareggiata di ciascun elemento (specie legnosa; caratteristiche geometriche; classe di qualità resistente; sezioni critiche o di minima resistenza; dissesti ecc.);

2) eventuali analisi strumentali di tipo non distruttivo, finalizzate a quantificare l'estensione e la gravità delle alterazioni dovute al degrado biologico anche nelle parti non in vista o inaccessibili, senza richiedere lo scalzamento delle testate;

3) elaborazione in forma grafica (Figura sopra) per l'esecuzione delle verifiche strutturali e la progettazione secondo le normative applicabili (DM LL.PP. del 16/01/1996; DL n° 490 del 29/10/1999).
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lunedì 19 maggio 2008

Fabbricati rurali ed ex rurali
















(Fonte: GEOCENTRO) La circolare n° 7 del 15 giugno 2007 dell'Agenzia del Territorio, relativa a: "Accertamento dei fabbricati che hanno perso i requisiti per il riconoscimento della ruralità e di quelli mai dichiarati in Catasto" propone molti spunti di riflessione ai tecnici più attenti alle vicende catastali. Comprende inoltre molti chiarimenti e riferimenti normativi sulla tanto dibattuta realtà dei fabbricati rurali ed ex rurali. I fabbricati rurali (cioè quelli che hanno tutte le caratteristiche per esserlo e che conservano tutti i requisiti di ruralità), dovrebbero essere già presenti ed iscritti al Catasto dei Terreni e lì dovrebbero restarci. Qualora questi fabbricati dovessero essere oggetto di ampliamenti o di ristrutturazione o comunque, essere soggetti al caso d'uso (divisione, vendita, successione, ecc.) si devono accatastare completando le pratiche fino alla presentazione del DOCFA. Quindi a quel punto, la sola iscrizione al Catasto Terreni non è più sufficiente e si tratta di fabbricati da accatastare anche al Catasto dei Fabbricati. (art. 7 ultimo comma della circolare).
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martedì 13 maggio 2008

BonarRIGO GEOMETRA debutta sul WEB!
















BENVENUTI a tutti, nel MIO nuovo Blog:
IO GEOMETRA

Da oggi, tutto ciò che riguarda la mia attività di Geometra, lo pubblicherò esclusivamente su quest'AREA (IO G E O M E T R A), riservando l'altro Blog (IL GRIDO), a tutto il resto. E quindi: Arte, Cultura, Poesia, Temi Religiosi, Politici, Commenti, ecc. ecc. "IO GEOMETRA" Vi riporta quale primo argomento la Brosciure sugli Impianti Fotovoltaici 3KWp per abitazioni. D'ora in poi seguitemi anche su questo Blog, perchè ho molte novità da esporVi e proporVi.
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