Le “Fosse di prima pioggia” in calcestruzzo vibrogettato vengono utilizzate per la raccolta delle acque che, nei primi minuti di pioggia, dilavano zone o aree di pertinenza alla rete stradale, alle strutture pubbliche o private oppure ai siti produttivi in cui normalmente si riscontrano presenze di sostanze inquinanti che non possono, per legge, essere convogliati in “pozzi perdenti” od in canali di “acque bianche”. Questa “prima parte di pioggia”, per l’appunto, va convogliata ad una “fossa desoleatrice ”/impianto di depurazione o direttamente nella rete fognaria, la rimanente va convogliata alla rete delle “acque bianche” o al “pozzo perdente ” in modo da permettere la dispersione nel terreno ed il reintegro della falda acquifera, o smaltita mediante trincee drenanti.
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Le “Fosse
di prima pioggia” possono essere in calcestruzzo vibrogettato ,
confezionato con appositi mescolatori, costituito da un impasto di cemento
opportunamente dosato con inerti lavati di cava aventi granulometria adeguata; Con
armatura adeguata ai carichi di esercizio d’uso.
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PARTIAMO DA
UNA PREMESSA: Sappiamo con certezza che gli impianti di depurazione fognaria
consortile, (che servono i Comuni di Roccalumera, Furci e Pagliara), sono stati
recentemente ammodernati, per una spesa di circa 1,2 milioni di euro.
Essendo
questo scrivente recentemente andato a visitarnli di persona, può affermare che
di parti (vedi vasche, impiantistica e quadri elettrici), completamente nuove
ce ne sono, anche se i due vecchi “carroponte”
sono fermi da mesi e quindi una determinata parte della depurazione non avviene
come dovrebbe, perche il fondo delle relative vasche non viene raschiato e
quindi i liquami trattati adeguatamente.
RIMANGONO
ALCUNE VASCHE OBSOLETE (e adesso inutili), DA DEMOLIRE. Il compito, in questo
caso sarebbe demandato al Comune e non alla ditta che, (per quattro mesi) si
occuperà della gestione degli impianti, (il Geometra Carmelo Romeo, passa dal
depuratore e raccoglie i dati tutte le mattina), e della manutenzione.
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VASCHE DI PRIMA PIOGGIA, ANNUNNCIAVAMO NEL TITOLO
Perché ho
iniziato questo articolo presentando le “Fosse di prima pioggia”? Ve lo dico
subito: Nonostante l’ottimo lavoro realizzato sul depuratore consortile, accade
sempre più spesso, (da due anni a questa parte), ed in particolare nei giorni
di pioggia, che sulla via Amerigo Vespucci, sita nella periferia sud del paese,
(la stessa costeggia il torrente da una parte il depuratore dall’altra), liquami
fognari misti ad acque meteoriche, esplodendo dai pozzetti posti lungo la via,
si riversino a mo di fiumara in piena, sul nastro d’asfalto. Proprio in faccia
alle abitazioni, fra cui alcuni residence nati per accogliere turisti e residenti.
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LA SOLUZIONE, O UNA DELLE TANTE
Se a più
riprese, questo scrivente, oltre a documentare con numerosi video i reflui che
scorrevano ad ogni pioggia, ed in qualche caso persino in assenza della stessa,
proponeva con cognizione di causa la sostituzione dell’intera tubazione obsoleta,
marcia e sottodimensionata con apposita tubazione moderna, oggi si
permette di dare agli amministratori interessati un suggerimento: le “fosse
di prima pioggia”, appunto.
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Non essendoci
una separazione fra le due condutture di liquami fognari e acque piovane: il surplus
immesso nei trentennali tubi ad ogni scroscio di pioggia, provoca
inevitabilmente il desolante (e ancora maleodorante) fiume di melma sulla strada.
E allora, perché non considerare l’installazione di una “fossa di prima pioggia”
a monte del depuratore?
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Detto ciò, questo
scrivente non si illude che questa od altra soluzione sia realizzabile a breve,
tanto più che, (pare), nelle alte sfere delle istituzioni qualcuno abbe a dire
a questo o al precedente sindaco roccalumerese:
“Ma voi, che volete rivoluzionare la Sicilia?”. Con una tale
mentalità, non ci dobbiamo meravigliare se qualcuno considera, nel ventunesimo
secolo, la bella Sicilia un vero e proprio… “deserto”.
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07 Febbraio 2016 - Giovanni geom.
BonarRIGO
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