martedì 15 settembre 2009

Jonio in Corto 2009. Vincitori e motivazioni

Devo ammetterlo, questa edizione 2009 (la seconda) di JONIOINCORTO, è statà la prima rassegna di cortometraggi a cui io abbia assistito. Sono rimasto entusiasta al punto di voler essere presente a tutte e tre le serate. E dire che ho dovuto fare la spola con un mio impegno annuale. Che dire dei venti "corti" selezionati visti? quasi tutti ben strutturati, di livello medio alto. Molti di essi, certamente superiori come contenuto a certo cinema commerciale. Io stesso, generalmente attento al dettaglio di ogni cosa, devo ammettere che alla prima proiezione di "Sofia" non ci avevo capito granchè. Mi permetto di dedicare due righe di commento a ciascuno "corto", giudizi personali che aggiungo alla lista dei cinque premi della giuria, (sperando che nessun regista si offenda, poichè io parlo da semplice spettatore).

Dal sito ufficiale
Vincitore Jonio in Corto 2009
Sofia
di Carlo Sironi (RM) "Per la maestria esercitata nella delicata arte del racconto, rivelando con un esemplare uso della rarefazione il segno di un sicuro talento"
Cosi ho "letto" le trame dei vari corti
SOFIA
- Realtà tristissima l'autismo. Realtà ancora più triste - se mi consentite - l'incomunicabilità all'interno dell'intera famiglia. L'esposizione psichica del regista, offre spunti di riflessione forti. Sofia è silenziosa, ma comunica il suo disagio attraverso i gesti ed i giochi. La sorella immagina quanto bello sarebbe stato parlarle. Il padre preclude la vera libertà anche alla figlia sana. Quando in quindici minuti c'è un film intero.
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Premio Miglior Attore
Orlando Rudnicki (Io parlo! di Marco Gianfreda - RM)
IO PARLO - L'ho subito considerato come "la sintesi di un film commerciale, nel quale il livello recitativo dell'attore ragazzino - poi premiato dalla giuria - mi è subito parso spontaneo e ben al di sopra del contesto altrimenti piatto, in cui si svolge la storia".
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BUON COMPLEANNO MAMMA! - Fra film e spot contro gli incidenti sul lavoro. Mi ha subito colpito nella sua tenerezza e intimità d'affeto madre-figlia, per poi rattristarmi nell'animo allorchè ho appreso che la pur fugace presenza della figura materna era da considerarsi impossibile alla figlia. Il sacrificio della cosiddetta classe operaia è tema attualissimo, così come l'alto rischio sicurezza da contrapporre spesso a scarsa retribuzione e facilità di licenziamento.
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EMOZIONI SENZA BARRIERE - Molto più per il tema che per la esposizione cinematografica, questo corto mi ha offerto ancora l'occasione di riflettere sulla bellezza del creato e sulla grandezza che essa offre ad ognuno di noi. Il personaggio diversamente abile della storia, nel suo volo col paracadute ha espresso decuplicandola l'emozione che ognuno potrebbe o vorrebbe provare in particolari imprese.
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NEG - Vista in modo emozionale in questo brevissimo corto la tragedia di una ragazza a cui hanno pronosticato una vicina e sicura morte, ciò che più mi ha sollevato è come l'evidenziazione del coraggio della protagonista possa insegnare a ciascuno di noi a vivere la vita in modo intenso e completo.
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Premio Speciale della Giuria
Vietato fermarsi di Pierluigi Ferradini (BA) "Per il modo originale, ironico e formalmente impeccabile con cui rielabora la stanca parabola della dismissione delle ideologie"
VIETATO FERMARSI - Apparentamente un inizio normale, dove il giovane si alza prestissimo per andare a zappare ed il nonno ormai stanco riposa, ma poi, nella fotografia ingiallita dei valori del passato contrapposta alla misera ricerca dei più basilari diritti dell'individuo soffocati dalla noncuranza dell'altro, ho riscontrato una effettiva verità, fra l'altro ben esposta.
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Categoria Tecnica per il tratto grafico e l'animazione
Lorenzo Vacirca di Nico Bonomolo (PA)
LORENZO VACIRCA - A primo acchito, appreso che si trattava di un cartone, sono partito dalla più bassa delle considerazioni personali, ma poi, apprezzando via via - anche nella paradossale esposizione comica - i contenuti, mi sono ricreduto. Il personaggio che attraversa nei dodici minuti del corto ben due epoche con rispettivo cambiamento di approccio alla vita ed al lavoro, offre al pubblico una riflessione popolare seria e attuale.
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NON VEDO L'ORA DI GIOCARE - Nella sintetica presentazione in ambito familiare di un ragazzo prodigio - poi divenuto campione del mondo del Poker - questo corto è solo riuscito a darcene una simbolica immagine ai suoi albori. Nulla di più.
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FUERA - La realtà dell'omosessualità vista all'interno di una storia familiare un po' particolare. Scene di vita notturna. L'attrice principale è una scrittrice, proprio il figlio è l'ispiratore del filone di un suo libro. Una presa d'atto di uno dei volti della società moderna.
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Premio Miglior Attrice
Monica Lucivero (Se ci dobbiamo andare andiamoci di Vito Palmieri - BO)
SE CI DOBBIAMO ANDARE ANDIAMOCI - Confronti culturali, linguistici, integrazione. Proprio in un momento in cui la globalizzazione mondiale ci porta ad aprire i confini geografici e mentali, questo corto ci riporta alla realtà più vera dell'incomunicabilità nord-sud. La storia si conclude a lieto fine, ma non sempre è così.
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IL MIO NOME NON E' IMPORTANTE - Un corto essenziale ma valido. La disabilità è spesso un peso che si raddoppia per chi la deve vivere ogni giorno, allorquando il mondo circostante e la famiglia stessa mostrano intolleranza. L'essere chiusi in casa per questo, toglie alla vita il suo basilare elemento: la liberta.
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LO SPECCHIO DI JONATAN - Unico corto giallo in rassegna, per me prevedibile l'epilogo, in quanto tale soffre di una succinta trama di base ma da il meglio di se nei dettagli... finali.
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PARI OPPORTUNITA' - Più che un corto uno spunto di recriminazione su una realtà vera. In se uno spot contro le sperequazioni uomo donna, soprattutto quando quest'ultima fa molti più sacrifici e vale ma non trova lavoro.
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IL CAPPELLINO - Da un dettaglio mesto ad una realtà cruda. Un cappellino quale "maschera" utile a celare una malattia che non è una colpa. La lente di questo regista ha osservato il percorso buono di una bimba, fatto di genitori amorevoli e di compagni di percorso occasionali, che però si infrange nell'ottusità di una classe di imbecilli. Tristemente attuale.
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BUONANOTTE - Fra realtà e favola, forse l'amore per i bambini del regista ha ispirato questo breve racconto. E' nella ricerca dei suoni che l'attore profonde l'impegno spasmodico per entrare nella dimensione della favola che vuole raccontare. Semplicità.
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L'UTERO AL DILETTEVOLE - Fin dal titolo che fa il verso ad una famoso modo di dire, il corto in esame mi ha trovato interdetto nella esposizione distorta di un valore "la maternità" (fra l'altro evidenziata nei suoi lati sofferenti), che più serio non potrebbe essere. Comica e sbragata, l'attrice principale fa del suo desiderio contrapposto ad un avverso destino una scelta di vita libertina. Per tale problematica (la sterilità), esistono esami medici e cure.
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IL MIO ULTIMO GIORNO DI GUERRA - Fra il comico e il reale, sognante nella effettiva esposizione cinematografica, il racconto che il nonno offre al nipote non è altro che "mettete i fiori nei vostri cannoni", poi puntualmente disilluso da una desolante scena di morte scaturita dallo scontro di due schieramenti ostili. Esposizione sommaria.
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DACCI UN (T)AGLIO - In soli tre minuti, se volevano fare ridere i due registi ci sono riusciti. Il doppiosenso è appreso, modesto tutto il resto. Potete fare di più.
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ZIBALDONE - Storia triste e leggera, che lascia quell'amaro in bocca tipico di chi compiange lo sfortunato. Zibaldone è u babbu du paisi, che sogna, che viene preso in giro da tutti, che è orfano di madre poi anche di padre. Una maschera verà? Se è così, una delle tante in una realtà ottuse, che molti crediamo a torto confinata al peggiore passato.
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