lunedì 26 ottobre 2009

Criticità alla Raffineria di Milazzo- S. Filippo del Mela !!

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO

E’ in corso la procedura A.I.A. per la Raffineria Milazzo S.C.p.A. , ed a nostro sommesso avviso, emergono molteplici criticità;

I cittadini è giusto che sappiano qual’è la struttura di analisi della procedura nella fase istruttoria e le possibili conseguenze in caso di definizione aggiustata per effetto di ripercussioni negative sull’economie locali.
Infatti queste sono le preoccupazioni, ad usare una nota frase “piuttosto che niente, meglio piuttosto..”, pensiamo che tale percorso sia influenzato dalle condizioni locali di mantenere una industria che comunque contribuisce a sostenere una certa quota di occupazione e visti i tempi che corrono, questa necessità può prevalere su esigenze più restrittive di tipo ambientale.
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In forza di tali preoccupazioni, i politici poco lungimiranti sostengono che gli ambientalisti sono stupidi ideologi, pronti a contrastare ogni forma di sviluppo.!
Ma se riflettiamo bene, è dal remoto 1961 che esiste la Raffineria e l’economia locale, sia di Milazzo che dei Comuni interessati da tale insediamento, non ha prodotto effetti significativi tali da generare uno sviluppo ordinato e coordinato dell’intero territorio, mentre è accresciuto oltremodo il degrado fisico ed ambientale ed il disagio sociale, qualche villa in più al famoso capo di Milazzo e nient’altro, salvo diversa analisi e/o visione.
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Il Comune di Milazzo, sempre secondo noi, ha perso molte occasioni per creare un utile sistema infrastrutturale sostenuto da risorse che sarebbero dovute pervenire sia dall’operatore R. M., ossia la Raffineria che dalle istituzioni, per attenuare l’impatto e non solo, avrebbe dovuto farsi carico di coordinare una riorganizzazione territoriale intercomunale per meglio armonizzare le esigenze della riqualificazione urbana e della tutela del patrimonio, tutte occasioni mancate.!!
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Cosa pensare? I cittadini, se interrogati su questa vicenda si dividono, alcuni dicono “siamo in Sicilia e le cose vanno così” altri , “si futtunu i soddi e amara a cu mori” , oppure “chi comanda non sta nel comune”, poi ci sono gli apologisti “tutte stronzate, inventate da chi ha perso le elezioni, poi non ci sono dati certi ed i morti per tumore, non sono poi, così tanti “.
Qualcuno ha anche sostenuto che l’Ass.re Provinciale P. Petrella è da tempo che si batte per attivare il monitoraggio, solo che non ha saputo precisare contro chi si batte.?
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Nel mezzo della discussione, emerge anche un’affermazione inquietante: “in quella raffineria ci sono sepolte quantità rilevanti di amianto, almeno decine di vagoni di coppelle !! “
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Non sembra facile confutare i dubbi emersi, del resto pare che non vi sia, un vero rapporto dello stato di quei luoghi.
Tutti ricordano le esalazioni emesse recentemente che hanno provocato irritazioni agli occhi ed alle vie respiratorie di decine di studenti nella città di Milazzo, le continue puzze e le proteste, i 7 deceduti nel 1995 per la violenta esplosione al “Topping 4” oltre i 17 feriti.
Nella sua storia la Raffineria di Milazzo conta molti incidenti con numerose vittime, cosa dire poi del pericoloso impianto di idroconversione dei residui, tristemente noto come LC fining ?
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Pericolosissimo impianto che, in caso di incidente coinvolgerebbe tutto ciò che trova nel raggio di oltre 100 Km, ricordiamo a noi stessi che i pochi impianti esistenti al mondo, sono situati a 200 Km. dai centri abitati, come conciliare tale stridente realtà, in un contesto fortemente antropizzato??
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L’interesse industriale di tale Raffineria è evidente, ma vi sono altri interessi di cui occorre tener conto, la vita degli oltre 150.000 cittadini della Valle del Mela e dintorni, la loro condizione socio economica fortemente limitata dalla presenza di tale struttura, la loro salute e la loro sicurezza, il mancato assetto territoriale, al tavolo della Commissione speriamo che vengano opportunamente rappresentati tutti gli interessi.
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Alcune integrazioni alla domanda di autorizzazione integrata ambientale e la relativa documentazione tecnica allegata presentata nel recente 31/01/2007 e quella trasmessa on-line circa le modalità di monitoraggio e controllo, fanno pensare ad una costruzione piuttosto che ad una corretta rappresentazione dei fatti, magari saranno ipotesi, ma chi si guardò si salvò.!!
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Il Caso della Raffineria di Milazzo e S. Filippo del Mela è molto problematico, poiché non vi è solo il Rischio Chimico, ma anche quello di Impianto a rischio di incidente rilevante e non si capisce quale possa essere quello con maggiore criticità!!
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A lungo si è parlato di “Piano di Risanamento”, ma sempre, con criterio che presuppone la complicità, il Piano rimasto una ipotesi mai esperita, la preoccupazione è alta, infatti è lapalissiano che per l’inquinamento atmosferico, alla luce di una disposizione dell’Assessorato all’industria della Regione Sicilia (pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale della Regione Siciliana n. 20 del 9/5/2008) concernente annullamento di finanziamenti a favore dei Comuni di Milazzo e San Filippo del Mela per la realizzazione del progetto denominato “Rete di centraline per il monitoraggio dei fattori inquinanti nei Comuni di Milazzo e San Filippo del Mela”, si deduce che nel territorio su cui insiste la Raffineria risultano scarse conoscenze sullo Stato dell’Ambiente, e scarse le prospettive di potenziare la rete pubblica di acquisizioni dati sullo stato dell’ambiente locale.
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Ad aggravio di tutto ciò vi è che nessuno strumento organico previsto per normativa è stato posto in essere, Negligenza e/o Strategia?
Infatti: non risultano essere definiti Piani d’Azione per la gestione della qualità dell’aria previsti dall’art. 7 del d.lgs. 351/99, nel territorio del Mela;
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Il Piano Territoriale Provinciale (PTP), strumento di pianificazione generale della Provincia Regionale di Messina, strumento urbanistico di area vasta, che assume il ruolo di strumento operativo, disegna la rete infrastrutturale ed individua aree per la realizzazione delle “opere ed impianti di interesse sovracomunale”;
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Il P.T.P. è perennemente in fase di formazione (approvazione da parte del Consiglio Provinciale dello “Studio Propedeutico del P.T.P. di Messina” in data 28/6/1999).
Alla luce dell’analisi effettuata, tale Studio suddivide il territorio della Provincia Regionale in sette Unità Territoriali Produttive (U.T.P.). La Raffineria di Milazzo ricade all’interno dell’UTP n. 2 (Comuni della fascia costiera tirrenica dell’Area Metropolitana), fasce strisce e null’altro. Cosa dire poi dell’impoverimento delle acque di falda, con intrusione di acqua salmastra ?
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L’inquinamento della costa marittima è consistente, le analisi di sedimenti nelle acque marino costiere indicano presenza di pesticidi come alfa-esaclorocicloesano e isodrin, IPA (antracene, fluorantene, benzo-a-pirene,…), metalli pesanti (Ni, V, Pb, Zn).
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La integrazione della Raffineria sembra diluire il criterio di eduzione di acqua di falda coinvolgendo soggetti quali diverse attività industriali significative e di attività agricole intensive che in realtà incidono in maniera poco rilevante.
Sulla qualità dell’aria è accertato che la Media Oraria di SO2, supera il valore limite di protezione della salute umana, quelle poche centraline installate hanno registrato numerosi superamenti di N0x e S0x e polveri mentre il cartello elettronico visibile dalla strada, rassicura che tutta va bene.

Infatti la Raffineria ha in corso ben 6 procedimenti giudiziari, però nel procedura del V.I.A. dell’ HMU3 non si hanno riscontri in merito, ci permettiamo di constatare: “ottima la regia”.

Il Clima acustico nella zona ove è ubicata la Raffineria risulta caratterizzata da un evidente rumore di fondo, ma i comuni di Milazzo e S. Filippo del Mela non risultano dotati di zonizzazione acustica. L’impatto visivo secondo la nostra visione e rispetto al contesto è altamente devastante, la Raffineria rompe un preciso schema naturale che si estende lungo la valle e caratterizza la costa, coinvolge nel processo della skyline Milazzo, con forte connotazioni storiche ed i frammenti comunali che vi si accostano, tanto da consentire anche all’A.S.I. processi pericolosi di industrializzazione incrementando il degrado fisico del territorio, a discapito della struttura paesaggistica soprattutto quella di antica formazione.
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La raffineria rappresenta un processo complesso di chimica sofisticata che coinvolge aria, acqua, terra, noi pensiamo che il suolo possa essere contaminato come pure il sottosuolo, ad esempio lo scarico a mare viene dichiarato ultimato solo nel 2007, e comunque v’è sempre presenza di prodotti chimici.
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Dagli innumerevoli camini viene immessa una considerevole (10.000 milioni di normal metri cubi/anno) quantità di fumi in atmosfera, circa 11.000 tonnellate anno di S02, 2.500 tonnellate di N0X e 270 tonnellate di polveri, i serbatoi stoccano prodotti infiammabili per circa 3,5 milioni di mc e consuma circa 7 milioni di mc. di acqua da pozzo ogni anno, mediamente ogni anno scarica a mare circa 6 milioni di mc. di acqua di processo, consuma circa 720 milioni di KW di cui il 50% la produce in proprio e l’altra probabilmente la scambia, con la vendita di prodotto (olio combustibile BTZ ?) con la Edipower e/o qualche altra azienda vicinora, preoccupante è la presenza di materiali pericolosi e perniciosi, come l’amianto, fanghi, morchie e scorie di vario tipo.
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Tale inquietante realtà, non è ubicata in una zona desertica non antropizzata, ma purtroppo è all’interno del sistema urbanizzato di Milazzo e San Filippo del Mela, e nel cuore della Valle del Mela e dintorni, ove ogni giorno circa 150.000 persone metabolizzano veleni e polveri emessi in ambiente, vittime negligenti ed ignare, grazie ad un apparato incosciente od ignorante, non so se si possa, in tale specie dire: ”Signore perdona loro, perché non sanno quello che fanno!!”.
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Oggi sono innanzi alla Commissione IPPC, per valutare concertare la quantità da somministrare ai Cittadini che oltre a pagare con la salute pagano in sacrifici sociali ed economici di tale magistero, si perché tutto questo avviene senza alcuna contropartita, nessun beneficio solo malefici , mentre coloro che possiedono i pacchetti azionari, vivono in ville con vista mare pulito, giardino con essenze pregiate, servitù, si alimentano con prodotti biologici, praticano fitness, nuoto, golf etc. etc., per il proprio benessere fisico, e magari vanno a messa la domenica.

Questa e la stridente realtà, allora cosa auspichiamo ?
Se l’Autorizzazione Integrata Ambientale dev’essere tale da limitare il più possibile il danno sociale e il danno alla salute, che lo sia altrimenti non si capisce cosa significa il termine “Integrata”, non solo, che il processo di monitoraggio sia efficace e non gestito, che si intraprendano iniziative utile al risveglio economico e sociale della Valle del Mela, che si formino effettive forme di garanzia e non teoriche ipotesi o promesse da marinaio, ed infine un “tocchetto” ai Signori Sindaci, agli amministratori provinciali e regionali, agite nella tutela degli interessi dei Cittadini, smettiamola di fare burocrazia, ormai tutti hanno capito: “SOLO VOI SFUGGITE ALLA VOSTRA COSCIENZA.”.!!

Il Vice Presidente T.A.T.
Arch. Salvatore Crisafulli

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